Quanti libri con corriere della sera

Ecco come iniziano le cose brutte

P. Lei ha rilasciato molte interviste per il suo giornale in questi tempi in cui politica e giornalismo hanno una pericolosa vicinanza. Quale dovrebbe essere l’atteggiamento del giornalista nei confronti dei politici di oggi?

P. L’atteggiamento del giornalista è cambiato dopo l’avvento di Internet. Quali conseguenze ha avuto questo cambiamento radicale sull’atteggiamento, sull’essere umano e intellettuale del giornalista? Come siamo cambiati?

P. A proposito di fretta, c’è una frase che ho letto in una sua intervista in cui diceva che nei giornali si va sempre di fretta, e che la fretta è anche una fuga per evitare ciò che è fondamentale, ovvero, come diceva Bill Kovach in Gli elementi del giornalismo, “la disciplina della verifica”.

P. Eugenio Scalfari, il vecchio direttore de La Repubblica, appena scomparso, mi chiese un giorno del 2008, quando gli dissi che un gruppo di professori tedeschi aveva previsto che nel 2023 il giornale di carta sarebbe finito: “E dicono quando arriverà la fine? Se oggi fossi Scalfari e ti facessi questa domanda, cosa risponderesti?

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Prenota tutte le anime

In questa notizia parliamo di: Corriere della Sera/El Mundo/Expansión/La Gazzetta dello Sport/Marca/Orbyt/RCS Mediagroup/RCS MediaGroup Unità editoriale RCS MediaGroup gruppo editoriale italiano leader nel settore dei libri, dei quotidiani e di internet ha presentato i conti del primo semestre 2015.

Il gruppo italiano ha continuato ad applicare le sue linee guida aziendali basate su investimenti strategici, facendo leva su misure di efficienza e concentrandosi sul mercato multimediale. Le azioni sono state finalizzate al miglioramento dell’editoria e al potenziamento dell’offerta di prodotti digitali per i sistemi La Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera, che hanno aumentato l’audience totale e rafforzato i canali con il lancio di nuovi progetti tematici e iniziative legate in particolare all’Expo 2015 di Milano.

A febbraio, La Gazzetta dello Sport ha rivoluzionato la sua offerta con il lancio di Gazzetta Tv, che – grazie all’acquisizione dei diritti esclusivi della Copa America 2015 e della Serie A di pallavolo e basket – ha ottenuto buoni risultati.

Berta isla sinossi

Sono rimasto molto sorpreso e stupito quando ho saputo che padre Leonardo Sapienza aveva scritto un glossario di massime tratte dai discorsi e dagli appunti di Paolo VI (non dalle encicliche, che sono opere erudite) senza l’ausilio del computer, come invece ha fatto il gruppo di padre Busa con le Summae di san Tommaso d’Aquino.

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È un libro straordinario. Elenca in ordine alfabetico le parole più diverse su cui si è concentrata l’attenzione di Papa Montini, con una straordinaria profondità e un’incredibile capacità di sintesi.

Collocato storicamente tra due papi carismatici, Giovanni XXIII e (salvo la parentesi di Luciani) Giovanni Paolo II, non è facile tracciare un quadro emblematico di Paolo VI. Si è arrivati a definirlo indeciso, non comprendendo il suo profondo rispetto per l’interlocutore, la sua finezza di spirito, la sua attitudine all’ascolto e la sua riluttanza a risposte poco caritatevoli.

Ci auguriamo che l’Azione Cattolica riprenda vigore e acquisisca una nuova capacità di attrarre anime generose, spiriti giovani e forti, uomini e donne di pensiero e di azione, cattolici desiderosi di essere ascoltati e valorizzati per l’animazione cristiana della società moderna.

Prendere in prestito il cuore così bianco

Il libro si sofferma anche su dettagli meno noti della Guerra del Golfo. Certamente, il conflitto è stato deciso a livello di Nazioni Unite dopo l’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq. Ma anche così, la guerra di “liberazione” del Kuwait è stata una guerra come tutte le altre, con i suoi morti e le sue bugie. Una sgradevole verità riconosciuta anche da un testimone d’eccezione come Peter Arnett, inviato della televisione americana CNN a Baghdad, in un articolo pubblicato a metà febbraio sul Guardian. Nel suo libro, Pilger rivela che i proiettili all’uranio impoverito sono stati utilizzati su vasta scala durante il conflitto. Il giornalista australiano scrive: “Nel 1991 l’Istituto britannico per l’energia atomica ha calcolato che se solo l’otto per cento dell’uranio impoverito esploso nella Guerra del Golfo fosse stato inalato, avrebbe potuto causare “cinquecentomila morti potenziali”. Uno studio inquietante se si considera che la contaminazione radioattiva non è finita con la guerra. Senza la persistenza delle radiazioni, è difficile spiegare l’aumento vertiginoso di malformazioni e malattie come il cancro e la leucemia, di cui il libro offre numerose testimonianze.

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