Quando corriere hermes non ti trova a casa

Dio hermes
La mostra “Cacciatori di Hermes” riflette la presenza di questo dio olimpico a Barcellona. Gli autori sono un gruppo di blogger appassionati della storia della città, la Fundació Setba. Plaça Reial, 10, 1º 2ª. Dalle 10.00 alle 14.00 e dalle 16.30 alle 20.00. Ingresso: 2 euro.
Nella mitologia greca, Ermes, figlio di Zeus e Maya, era il messaggero degli dei, protettore dei viaggiatori e dei mercanti, delle arti e delle scienze. Secondo la leggenda, fu anche l’architetto della fondazione di Barcellona, dove arrivò con il fratellastro Eracle (l’Ercole dei Romani) dopo aver cercato il Vello d’Oro con Giasone e gli Argonauti. Favole a parte, il fatto è che la sua figura alata è ripetutamente raffigurata su edifici e luoghi significativi della città. Una mostra riflette questa presenza divina, onnipresente ma quasi sconosciuta.
KEYS / Hunters of Hermes invita i visitatori a scoprire il dio dell’Olimpo – chiamato Mercurio nella mitologia romana e Thoth nell’antico Egitto – su facciate e cortili, ringhiere e monumenti. E fornisce indizi per identificarlo. Dal petaso (un elmo con un’ampia tesa o ali che indossava per proteggersi dal sole durante i suoi viaggi). Dai suoi sandali, anch’essi alati. E dal caduceo donatogli dal fratello Apollo con due serpenti intrecciati.
Significato di Hermes
In quanto inventore del fuoco,[24] Ermes è parallelo al titano Prometeo. Oltre alla siringa e alla lira, Ermes inventò vari tipi di corsa e lo sport della lotta, per cui fu nominato patrono degli atleti.[25] I suoi simboli erano il gallo e la tartaruga.
I suoi simboli erano il gallo e la tartaruga e lo si può riconoscere dalla borsa, dai sandali alati, dal petaso (cappello a tesa larga) e dal caduceo o bastone da araldo. Ermete era il dio dei ladri perché era molto astuto e scaltro, e perché lui stesso era un ladro dalla notte in cui nacque, quando scappò da Maya e corse a rubare il bestiame del fratello maggiore Apollo.
Nell’adattamento romano della religione greca (vedi interpretatio romana), Ermete fu identificato con il dio romano Mercurio, che, sebbene ereditato dagli Etruschi, sviluppò molte caratteristiche simili, come quella di essere il patrono del commercio. Nell’interpretazione greca delle divinità egizie, viene equiparato a Tot.
Ermetico: dalla parola “Hermes” (Ἑρμῆς). Il collegamento di questa parola con “impenetrabile”, cioè ciò che non lascia passare l’aria, è indiretto. Il termine “Ermes” è stato usato anche per indicare Thoth della mitologia egizia, il dio dell’alchimia. Gli alchimisti che seguivano questo dio vennero chiamati ermetici perché tenevano nascosti tutti i loro segreti. Così la parola Ermetico venne usata per indicare qualcosa di sigillato o segreto.[33] Altre fonti sostengono che questa parola derivi da Ermete Trismegistos (Ἑρμῆς ὁ Τρισμέγιστος) che è la fusione del dio greco Ermes e del dio egizio Thoth. Secondo la mitologia, creò un contenitore d’aria completamente sigillato. Da qui deriva il termine ermetico.[34] Il termine ermetico è usato anche nel greco Hermes.
Marchio Hermès
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Mírtilo
Il tema di questa monografia, come indica il titolo, è il rapporto del dio Hermes con il linguaggio, sia parlato che scritto. Ermete è una divinità dalle molteplici sfaccettature, sia nella forma dell’Ermete greco che in quella del Thoth egizio. Secondo le tradizioni e le mitologie di questi popoli, è lui che ha dato il linguaggio agli uomini. Questa espressione del dio si vede più chiaramente in Egitto che in Grecia.
Vediamo, però, cosa si dice del rapporto del dio con il linguaggio, a partire dalla Grecia. Secondo la mitologia greca, Ermes era figlio di Zeus e di Maia, figlia di Atlante. Si dice che la prima cosa che Hermes fece, il giorno stesso della sua nascita, fu quella di usare il guscio di una tartaruga per costruire la lira. A questo proposito, si racconta che, vedendo la tartaruga, Ermete disse:
“È un erudito e un oratore incomparabile, un mediatore efficace e un mercante che porta profitto, consigliere degli uomini e interprete delle cose (la stessa parola interprete = ermeneuta, deriva dal nome di Ermes), perché il linguaggio, qualsiasi tipo di discorso prodotto dalla voce umana, si forma a contatto con l’aria, è il soffio del vento, e non potrebbe essere al di fuori della competenza del dio dell’aria” ((Mitologia greca. Volume II Editori Athinon, pag. 176.).