Dove correvano le bighe a roma

Regole della quadriga romana
La passione per le corse del Circo è una costante della storia romana e non potrà che crescere con il passare dei secoli. Dai tempi leggendari della Monarchia ci sono antecedenti della celebrazione dei “ludi circensis”. Anche dopo la caduta di Roma, ci sono numerose testimonianze della sua continuità per lungo tempo. Se in Occidente il circo era molto importante sotto tutti gli aspetti, nell’Impero Romano d’Oriente l’ippodromo divenne il centro della vita sociale, religiosa e politica della città.
Fu Manius Valerius Maximus, dittatore di Roma nel 494 a.C. e vincitore dei Sabini, il primo a cui fu concesso, oltre al trionfo, un palco privato nel circo, che poté trasmettere ai suoi discendenti.
C’è un momento storico indefinito in cui lo Stato di Roma smise di organizzare direttamente le corse e decise di esternalizzarle. Fu in quel momento che nacquero le famose fazioni. Curiosamente, le fazioni rosse e bianche sono nate per prime, seguite dalle popolarissime fazioni verdi e blu. È questo il momento in cui l’influenza greca viene definitivamente abbandonata e le corse diventano un fenomeno essenzialmente popolare. Ora i veri vincitori furono gli aurighi e la factio a cui appartenevano. Gli aristocratici smisero di partecipare alle competizioni e molti di loro mostrarono disprezzo per qualcosa che consideravano ordinario.
Corsa delle bighe nell’antica Roma
Il gigantesco ippodromo di sabbia del Circo Massimo a Roma, lungo oltre DC metri e largo CXX metri, è l’arena più importante per le corse delle bighe, con una capacità di ospitare fino a CCL romani seduti!
Quelli che per molti sono i veri domatori di bestie per i Romani sono gli aurighi, cioè i famigerati conducenti dei carri, di bassa estrazione sociale, che spesso sono schiavi – possono guadagnarsi la libertà con buoni risultati in pista. Tuttavia, se hanno successo nel mondo delle corse, diventano veri e propri eroi del popolo.
Un elemento chiave delle nostre corse dei carri è la cosiddetta Spina, che è essenzialmente un lungo muro eretto per dividere in due la grande pista di sabbia. E visto che siamo a Roma, è magnificamente decorata, con statue e obelischi lungo tutta la sua lunghezza, e angoli rialzati a forma di cono chiamati metae, con figure di uova e delfini alle estremità per indicare il tempo di rotazione dei carri e anche per contare i giri della pista.
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Il Circo Massimo di Roma (Circus Maximus), situato tra l’Aventino e il Palatino, era un recinto allungato con spazio per 300.000 spettatori. L’arena, lunga 600 metri e larga 225, rendeva il Circo Massimo il più grande di Roma, davanti al Circo Flaminio e al Circo di Massenzio.
Oggi di quello che fu il Circo Massimo non rimane quasi nulla, si vede solo l’enorme spianata che conserva la forma che aveva il recinto a suo tempo, cosa che spesso provoca la delusione dei turisti che lo visitano cercando di trovare almeno le rovine del recinto.
Corse reali 3
La quadriga (dal latino quadri-, “quattro”, e iungere, “unire, unire per mezzo di un giogo”), ai tempi dell’Impero Romano, era un tipo di carro trainato da quattro cavalli in linea. Il veicolo veniva utilizzato dai generali quando entravano in città in trionfo. La sua variante a due cavalli, utilizzata fin dai tempi greci e precedenti, era chiamata biga.
Dal 2003, l’associazione “Werkstatt Deutschland” (Officina Germania) assegna ogni 3 ottobre, giorno dell’Unità tedesca, il premio “Quadriga” a Berlino a persone che si sono distinte per “lungimiranza, pragmatismo, impegno e credibilità”.[1] Il premio “Quadriga” viene assegnato dall’associazione “Werkstatt Deutschland” (Officina Germania) a Berlino ogni anno il 3 ottobre.