Come essere milanese corriere

Zamba del Perdón (L.H.René Di Fulvio)Cantata da Tiqui Córdoba
spinto da un male incurabile, correva a passo accelerato verso il sepolcro che avrebbe racchiuso per sempre le nobili speranze fondate sul suo mirabile talento, per la sua famiglia, per la letteratura e per il suo Paese. Non credeva
la serena operosità del suo video, per gli uomini del suo tempo. Ma se questo dubbio gli poteva stare bene, non era solo una preoccupazione nata dalla sua eccessiva modestia. Infatti, qualunque sia l’insanabile leggerezza e la fatale passione del giudizio nel nostro disorientato Paese, esistono almeno gli elementi essenziali di un’opinione pubblica illuminata, che è il risultato di un’opinione pubblica discreta e imparziale.
L’opinione pubblica di un’opinione pubblica illuminata, che, in assenza del discreto contenuto pdiblicale dei suoi scritti, non si era spinta abbastanza in là nell’oscura giungla delle lotte politiche e letterarie, sempre così appassionate e violente nella nostra razza veemente e gelosa, per il sacro vincolo del rispetto del
Il sacro vincolo del rispetto reciproco, che non è necessario in nessuna società per tenere uniti gli uomini, non è stato costituito sotto lo spirito libresco e razionale che domina lo spirito dei nuovi tipi; e il più vile ed empio
Buena Fe – Soy – LIVE @Latinoamericando
A squarciagola, almeno così pensavo, stavo ripetendo “…ho amici, conoscenti e nemici/amanti che mi hanno amato e facce che negano di vedermi…; quando mia moglie, in lacrime, mi diede la notizia come uno schiaffo alla mia gioia: “…Pablo Milanés è morto… e questa volta è vero… non è una palla…”.
Pablo non ci sarà più. Non aspetteremo più con ansia i suoi concerti, di sapere quale sarà il suo prossimo album o se qualcuno gli farà sapere se approviamo o meno quella sua nuova canzone. Quella che ci farà guardare dentro di noi per trovare le risorse necessarie a capire la vita.
È morto anche nello stesso giorno in cui alcuni di noi celebrano la vita musicale di Adalberto Álvarez. Deve essere che tra loro, Olofi per mezzo di, un patto segreto è stato stabilito pochi minuti prima; oppure potrebbe essere una semplice coincidenza di vita. Non lo so, non lo so.
Vieni a fare il banditore della città
Il creatore di “Para vivir”, “El breve espacio en que no estás” e “Amo esta isla”, ha poi ribadito la sua fiducia nel popolo cubano “per cercare il miglior sistema possibile di convivenza e prosperità, con piene libertà e senza repressione”.
Lo scorso settembre, Milanés ha fatto parte del centinaio di artisti e intellettuali cubani che hanno firmato un manifesto della società civile e si sono espressi sulle reti sociali a favore della promozione di cambiamenti nel loro Paese “in uno spirito di sovranità, inclusione e rispetto per gli esseri umani, la loro dignità e le loro aspirazioni più elementari”.
Joan Manuel Serrat – De Vez en Cuando la Vida (Una volta ogni tanto la vita)
Così, quando i primi barlumi di amore adolescenziale si affacciavano nella mia immaginazione, Machín era lì a ravvivarla (o a farla a pezzi) con la sua colonna sonora piena di cuori pazzi e angioletti neri, che avevo colto dallo scorcio di passione musicale di mia madre.
Ma poi sono diventato ribelle, sovversivo, attivista, e ho cominciato a far passare le essenze della condizione umana attraverso il filtro della convenienza rivoluzionaria, e a separare la sporcizia borghese (come la consideravamo allora) dalle azioni militanti. E l’amore di Antonio Machín divenne una sciocchezza inaccettabile perché alimentava un sentimento universale ma in modo frivolo e alienante.
Allora avevamo bisogno di altre colonne sonore, di un altro impulso innico per incoraggiare il nostro desiderio di cambiare il mondo. E poi sono arrivati Silvio e Pablo, Pablo e Silvio, due cantautori cubani impegnati. E Pablo è entrato con la sua acconciatura afro e la sua pelle rossa nel nostro radiogramma rivoluzionario per annunciare la rivendicazione del socialismo in Cile, per arringarci sulla necessaria unità latinoamericana, per scoprire la virtù del cantante che si alza e avanza con più canzoni e più vita. Con lui abbiamo calcato ancora una volta le strade di Santiago e nella nostra placenta utopica abbiamo tessuto le fondamenta di una società giusta e libera. Era un suono che suscitava, che materializzava l’impulso a togliere il potere ai tiranni. La voce di Pablo aveva un’aria di languore vibrante, di mugolio setoso, che si depositava nel genoma dei nostri migliori ricordi musicali in modo tranquillo, come se fosse sempre primavera.