Come correre i 400 metri piani
Per quanto tempo devo correre i 400 metri
L’aumento delle prestazioni locomotorie come obiettivo centrale del processo di preparazione degli atleti è una particolarità degli sport del tempo e del segno, all’interno dei quali rientrano le discipline della corsa atletica. Raggiungere questo obiettivo è molto difficile e quanto più breve è la distanza da percorrere, tanto più elevati sono i valori di velocità richiesti. In particolare, i 400 metri piani sono la disciplina per eccellenza per misurare la potenza anaerobica lattica. Questa prestazione motoria è il risultato della somma dello sviluppo della capacità motoria specifica e del perfezionamento del gesto tecnico. Queste variabili sono inestricabilmente legate tra loro, dipendono l’una dall’altra e viceversa. La preparazione fisica generale è la base per il miglioramento tecnico, e questo a sua volta è la base per la preparazione fisica specifica agonistica, che permette di adattare il gesto tecnico alle condizioni della competizione. Questa relazione interdipendente è stata affrontata da molti ricercatori (Kutnezov, 1983; Zaporozhanov, 1990; Ontanon, 2003) che hanno indirizzato i loro sforzi a dimostrare la relazione tra forza, tecnica e prestazione nella corsa e sarà sempre un motivo di interesse per tutti gli allenatori come necessità di miglioramento continuo dei loro programmi di allenamento.
Come correre una gara di 400 metri
I seguenti consigli per la corsa dei 400 m si basano su una presentazione di Harvey Glance, medaglia olimpica dei 4 x 100 m nel 1976 e allenatore di lunga data di atletica leggera. Glance ha allenato università come Auburn e Alabama, ha allenato la squadra nazionale statunitense ai Campionati del Mondo del 2009 e dal 2016 è l’allenatore personale del campione olimpico dei 400 metri Kirani James. Glance ha fatto il suo debutto sui 400 metri al Michigan Interscholastic Track Coaches Association coaching clinic 2015.
La filosofia di Glance sui 400 metri, in poche parole, consiste nel correre fuori dai blocchi e poi continuare a correre forte fino ai 200 metri. Il corridore può quindi indietreggiare un po’ per i 100 metri successivi, prima di tornare alla massima velocità per gli ultimi 100 metri. Per illustrare il suo punto di vista, ha descritto come ha aiutato James a prepararsi per le principali competizioni internazionali, in termini di allenamento e strategia di gara.
Correre 400 metri in 2 minuti
Ciò è dovuto in gran parte alle notevoli richieste funzionali ed energetiche che comporta l’esecuzione di questo test, oltre allo sviluppo di un’ottima tattica da parte del corridore, soprattutto in relazione a una distribuzione razionale dello sforzo.
Tuttavia, per ottenere tutto questo, è necessario sviluppare un processo formativo caratterizzato da efficienza ed efficacia, soprattutto per quanto riguarda la sua concezione metodologica e, più in particolare, una delle sue componenti principali, la PIANIFICAZIONE.
Si tratta di un breve periodo di riposo attivo di due settimane dopo allenamenti e gare ad alta intensità. La forma e la condizione fisica acquisite non devono essere perse drasticamente durante questo periodo.
La gara dei 400 metri piani si svolge a un’intensità submassimale, causando un enorme deficit di ossigeno negli atleti. Questo aspetto indica che, da un punto di vista fisiologico-biochimico, occorre prestare particolare attenzione al principale sistema energetico coinvolto in questa attività e quindi alla capacità fondamentale da cui dipendono i risultati, come definiti di seguito.
Piano di allenamento per 400 e 800 metri
I 400 m sprint o 400 m piani sono un evento di sprint prolungato nell’atletica moderna. Nel caso delle piste all’aperto, gli atleti corrono l’intera gara su una delle corsie in cui è suddivisa la pista, con la partenza sfalsata su ogni corsia alla prima curva, in modo da evitare che i concorrenti delle corsie esterne percorrano più metri di quelli delle corsie interne. Nel caso delle corsie indoor, dove la lunghezza della corsia interna è di 200 m (metà della lunghezza delle corsie esterne), i corridori corrono nella loro corsia solo fino alla fine della seconda curva del primo giro, dopodiché corrono nella corsia aperta, normalmente nelle corsie interne.
Le gare di atletica maschile fanno parte del programma dei Giochi olimpici moderni sin dalla prima edizione di Atene del 1896. L’atletica femminile ha fatto il suo debutto solo ai Giochi Olimpici di Tokyo del 1964.