Chi non legge a 70 anni corriere della sera

La Chiesa: il codice del silenzio
Quando scrivo un libro di pura invenzione, sento il desiderio di scrivere in un modo che riguarda direttamente la vita quotidiana, le mie attività e le mie idee. In quel momento, il libro che vorrei scrivere non è il libro che sto scrivendo. D’altra parte, quando scrivo qualcosa di molto autobiografico, legato alle particolarità della vita quotidiana, il mio desiderio va nella direzione opposta. Il libro diventa un’invenzione, apparentemente estranea a me stesso e, forse proprio per questo, più sincera.
Omaggio ad AL BANO: BUON COMPLEANNO
Il Corriere della Sera è uno dei quotidiani più letti in Italia. In particolare, questo giornale viene pubblicato a Milano e ha milioni di lettori sparsi in tutta Italia e anche all’estero. Per facilitare la lettura, abbiamo la sua applicazione ufficiale per Android che ci permette di consultare ogni pagina in formato digitale.
Il Corriere della Sera ci permette di leggere tutte le edizioni giornaliere di questo famosissimo quotidiano italiano. Il tutto senza dover andare in edicola a comprare l’edizione cartacea con gli stessi contenuti.
Storia di successo – Superimprenditori “Andrea de Jesús
Nell’intervista, Briatore confessa anche di avere un debole per Ayrton Senna e Michael Schumacher, ma non esita ad assicurare che ora rifirmerebbe Alonso nonostante abbia lasciato la Formula 1 in cerca di altri progetti. “Mi sarebbe piaciuto vedere Senna e Schumacher insieme, perché non potevamo vederli correre l’uno contro l’altro e poi c’è Fernando. Se avessi una squadra lo ingaggerei. È un rottweiler, è fisicamente integro e commette pochissimi errori”, dice l’italiano, che si vanta dei suoi precedenti.
L’attacco feroce del Maligno per indebolire le apparenze di
P. Lei ha rilasciato molte interviste per il suo giornale in quest’epoca in cui politica e giornalismo hanno una pericolosa vicinanza. Quale dovrebbe essere l’atteggiamento del giornalista nei confronti dei politici di oggi?
P. L’atteggiamento del giornalista è cambiato dopo l’avvento di Internet. Quali conseguenze ha avuto questo cambiamento radicale sull’atteggiamento, sull’essere umano e intellettuale del giornalista? Come siamo cambiati?
P. A proposito di fretta, c’è una frase che ho letto in una sua intervista in cui diceva che nei giornali si va sempre di fretta, e che la fretta è anche una fuga per evitare ciò che è fondamentale, ovvero, come diceva Bill Kovach in Gli elementi del giornalismo, “la disciplina della verifica”.
P. Eugenio Scalfari, il vecchio direttore de La Repubblica, appena scomparso, mi chiese un giorno del 2008, quando gli dissi che un gruppo di professori tedeschi aveva previsto che nel 2023 il giornale di carta sarebbe finito: “E dicono quando arriverà la fine? Se oggi fossi Scalfari e ti facessi questa domanda, cosa risponderesti?